Origine
Le prime tracce di
insediamenti urbani risalgono fino all’età paleolitica ma è soprattutto dall’età
dei metalli che gli stessi si fanno più stabili con evidenti segni di
prevalente attività agricola e pastorale. |
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L’altra ipotesi si rifà invece ad un’antica leggenda, raccolta da
Silio Italico, che racconta che il nome Ascoli deriverebbe dalla radice
egeo-anatolica as e che l’odierna città sarebbe stata fondata dal Re pelasgo
Aesis. |
ed amicizia proposta dai Romani, intorno al 299 a.C., all’inizio della propria espansione per combattere i Galli. |
Dopo aver goduto di un periodo di indipendenza nel 269 a.C. Ascoli si pone a capo di un rivolta contro lo strapotere romano che fu soffocata nel sangue dalle legioni romane e soprattutto da un catastrofico terremoto; Ascoli cosi entra a far parte della zona d’influenza di Roma ma la sua importanza non venne sminuita anzi poté godere per un lungo periodo di un rapporto privilegiato divenendo centro strategico per gli interessi romani con i popoli d’oltremare e gli Italici. |
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I due secoli seguenti passarono senza notizie rilevanti riguardo la
cittadina che invece si propose di nuovo a capo di una rivolta condotta insieme
ai Sanniti e alle popolazioni marsiche che si unirono nella Lega Italica (per la
prima volta la parola Italia compare sulle monete) nell’anno 91 a.C.; Roma
preoccupata dell’accaduto inviò ad Ascoli il proconsole Quinto Servilio che
minacciò in maniera arrogante tutta la folla che esasperata trucidò lo stesso
insieme ad altri romani residenti in città dando cosi inizio alla Guerra
sociale. |
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Con la
conquista di Ascoli i romani posero fine alla Guerra Sociale che fu l’ultimo
tentativo di rivolta delle popolazioni italiche e si assicurarono il controllo
dell’intera zona ma dalla resistenza e dal sacrificio dei Picenti si prese
atto che era giunta l’ora da parte di Roma di riconoscere il diritto di
cittadinanza romana anche alle genti italiche sottomesse. Altre notizie riguardano il periodo della divisione delle provincie effettuate da Augusto nel secondo secolo d.C. in cui il Piceno ottiene posizione di riguardo sviluppandosi in breve tempo in maniera molto rilevante nel territorio racchiuso fra il fiume Tronto ed il Castellano. Dopo Augusto il Piceno fu diviso in due distretti uno verso Nord ed uno verso Sud, Ascoli divenne sede del governatore di quest’ultimo territorio divenendone anche centro amministrativo. Cessato il periodo imperiale si instaurò un regime autonomo sino al periodo delle invasioni dei barbari. |
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Longobarda I primi tentativi di invasione da parte dei barbari non ebbero buon esito e difatti ne i Goti di Alarico, che nel 405 d.C. fecero un primo tentativo a cui rinunciarono ben presto per la saldezza delle fortificazioni ascolane, ne Attila stesso, che nel 452 d.C. addirittura evitò la città sapendola forte e pronta a combattere, riuscirono nell’impresa e per oltre sessant’anni la città non fu molestata. Riesce nell’impresa invece nel 544 d.C., dopo che per quattro anni la città fu assoggettata dai Greci di Belisario, il gotico Totila che dopo aver accerchiato la città impadronendosi dei castelli della vallata del Tronto cinse d’assedio la città costringendola alla resa. |
Solo grazie all’opera della regina Teodolinda, alla fine del sesto secolo, le sorti di Ascoli riuscirono a risollevarsi con la città che fu di nuovo ricostruita ed i fuggiaschi fatti rientrare fra le mura cittadine; per altri due secoli comunque Ascoli fu governata dai longobardi dipendenti dal ducato di Spoleto e solo verso la fine dell’ottavo secolo d.C. questo lungo periodo di dominazione terminò grazie all’opera di Carlo Magno dei cui servigi si avvalsero i pontefici di quel tempo. |
Episcopale Ascoli entra cosi nell’area di protezione del pontefice, anche se il
potere esecutivo rimane a capo di un conte laico coadiuvato dai nobili locali,
diventando capoluogo di contea alle dipendenze di Carlo Magno che da grande
rilevanza alla città per la sua importante posizione strategica in quanto
grossa via di comunicazione per raggiungere facilmente Roma. |
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parte e faziosità, segnali questi che solo qualche anno dopo scaturirono con le prime lotte interne per le investiture con laici ed ecclesiastici nella figura di contendenti e questi ultimi a prevalere sugli altri; queste lotte si tireranno avanti tra fasi violente e temporanei armistizi sino al 1183 anno in cui Ascoli ha il suo primo podestà e la costituzione di un primo governo municipale. |
Comunale Con la nomina del primo podestà Berardo di Massio da Lisciano nasce appunto il comune ascolano la cui immediata conseguenza è la divisione del potere civile, che va al podestà, da quello spirituale che rimarrà al vescovo della città cosa che contribuì ad acuire il già crescente antagonismo tra guelfi e ghibellini. |
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Nel 1242 i ghibellini invocarono l’intervento straniero per imporsi al popolo che si definiva guelfo e che era stato aiutato dal papa Gregorio IX ed alla fine vi riuscì aiutando l’ingresso di Federico II che invece una volta entrato in città approfittò della situazione saccheggiando tutto il possibile e distruggendo la città per la terza volta dopo Strabone e Faroaldo. Nel periodo comunale comunque si ebbe anche un florido sviluppo sia della vita civile che economica, Ascoli era retta dal governo degli Anziani con a capo il Podestà e il Capitano del popolo ed era divisa in quattro quartieri e ciascuno di essi in sestieri; nel 1290, ad opera del concittadino Papa Niccolò IV, fu istituita in città l’università e negli stessi anni si estesero i traffici commerciali anche con la potente repubblica di Venezia. In questi anni però si fece sempre più acerrima la rivalità con la vicina Fermo che risaliva ai tempi di Strabone quando Fermo facilitò la conquista di Ascoli da parte romana, tale situazione sfociò in un lungo e dispendioso conflitto che durò per oltre un secolo e mezzo e si calmò solo ad opera della Santa Sede intorno al 1500. |
Le Signorie La lunga lotta con Fermo causò il disperdersi delle migliori energie della città e contribuì alla crisi della democrazia e del regime comunale dando cosi sempre più spazio ai pericolosi tentativi di instaurazione di dispotiche Signorie alle quali però il popolo reagì sempre in maniera molto determinata. Storicamente la prima famiglia che detenne il potere dal 1318 al 1319 fu la Dalmonte, più duraturo risultò invece il dominio della città da parte di Galeotto Malatesta che, forte anche del fatto che aveva affidato il comando della guerra contro Fermo, vi regnò da despota dal 1349 al 1356; altro tiranno di questi tempi fu il Tibaldeschi ma per un breve periodo. Dopo la pace con Urbano VI Ascoli tornò sotto la Santa Sede nel 1378 e vi restò, seppur con ripetute lotte interne, per diversi decenni sino alla venuta di Francesco Sforza che assoggettò la città e la governò all’incirca per tre decenni. Di questo periodo è la nascita del primo e più antico Monte di Pietà d’Italia ad opera del Beato Domenico da Leonessa. Gli ascolani riescono a liberarsi degli Sforza grazie ai guelfi Dal Monte, Sgariglia e Saladini che riottengono l’ordinamento repubblicano fatta salva la sovranità pontificia e la dipendenza dalla Chiesa. In questo periodo di confusione e lotte tra guelfi e ghibellini salgono alla ribalta i Guiderocchi che però una sollevazione popolare costringe all’esilio dopo breve tempo; ai Guiderocchi seguono i Malaspina che però nulla cambiano nel modo di gestire il potere. Seguono anni di buio dove non v’è limite allo scempio e dove il banditismo regna sovrano ed Ascoli vive uno dei periodi più tristi della sua storia civile ed il papa Pio IV toglie alla città la giurisdizione di alcuni castelli e fa erigere in città la Fortezza Pia contro i nemici sia interni che esterni. Alla fine del XVI secolo la città conosce finalmente un nuovo periodo di pace ed una ripresa dell’attività civile e rurale rappresentata anche dalla nascita di una nuova figura sociale che è il popolano ossia un lavoratore che per vitto e alloggio lavora alle dipendenze del proprio padrone.
Napoleone Alla fine del XVIII secolo anche in Ascoli arrivano gli echi della rivoluzione francese e gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità si fanno largo anche nella popolazione locale tant’è che nel 1799 all’arrivo dei soldati franco-cisalpini i repubblicani li accolsero con grande entusiasmo ma subito dopo le attese andarono deluse, iniziarono difatti razzie e depredamenti di chiese e conventi. Tale situazione generò una violenta reazione popolare simbolo della quale fu Giuseppe Costantini detto Sciabolone che si distinse per l’indomito coraggio ed lo spiccato senso strategico ma anche lui fu alla fine battuto e costretto alla fuga dalle truppe francesi. Nel 1808 Napoleone fa di Ascoli, Fermo e Camerino una sola provincia e la città diventa cosi la parte più meridionale del Regno d’Italia subordinata a Fermo; dopo alcuni anni però, alla caduta di Napoleone, ci saranno grosse manifestazioni di gioia per la restaurazione del governo pontificio che avverrà senza spargimenti di sangue o vendette trasversali. |
Regno d’Italia Intorno al 1820 si hanno notizie di formazione di società segrete anche ad Ascoli e non pochi aderenti di esse si arruolarono per combattere gli austriaci che avanzavano e che poi nel 1849, dopo intense e drammatiche lotte, avranno la meglio occupando e riconsegnando alla Santa Sede la città. La proclamazione della Repubblica Romana, nello stesso anno, viene osservata con grande interesse dalla cittadina ascolana che aderisce convinta all’iniziativa e soprattutto il passaggio in città di Garibaldi, che abbraccia pubblicamente Sciabolone donandogli anche una spada, desta grossi entusiasmi tra la popolazione. |
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Le guerre mondiali La città fu amministrata, in questo primo periodo nel Regno d’Italia, in prevalenza da liberali di fede monarchica sino alla prima guerra mondiale del 1914 alla quale il popolo ascolano partecipò attivamente. Alla sua conclusione, nel 1918, ebbe inizio il ventennio fascista periodo in cui si sviluppò la produzione della seta naturale e quella delle olive verdi in salamoia, speciale prodotto tipico già apprezzato dagli antichi romani. Durante la seconda guerra mondiale Ascoli riveste un ruolo di grande importanza soprattutto nella seconda parte quando, dopo l’armistizio del Settembre 1943, nella zona si accese una tenace lotta contro gli occupanti nazisti. |
La lotta fu aspra soprattutto nella zona del Colle S. Marco dove dopo furiosi combattimenti i patrioti furono costretti a cedere e venticinque di essi caddero eroicamente sul campo mentre altri furono fucilati in seguito ed altri ancora deportati in Germania. La guerriglia andò avanti anche in altre località della provincia e numerosi furono gli eccidi di partigiani e civili, alla fine si contarono nella Resistenza più di centocinquanta caduti per combattimento o fucilazione ed oltre cento per prigionia nei campi di concentramento. Per questi eroici episodi alla provincia di Ascoli, nel 1976, fu consegnata la Medaglia d’Oro al Valore Militare della Resistenza. |